Che sia per motivi ricreativi o per ragioni mediche e sanitarie, la cannabis sta prendendo sempre più piede quale risorsa completamente naturale. Diverse nazioni in tutto il mondo stanno pensando di procedere, se non alla legalizzazione più completa, quantomeno alla depenalizzazione. I modelli cui si fa principalmente riferimento sono tre: quello spagnolo, quello olandese e quello americano, in particolare quello relativo al Colorado. Per non parlare del fatto che il trend dell’acquisto online di cannabis è in costante e forte crescita. Ma come operano, in concreto, i Paesi Bassi su questo tema? Ecco una breve panoramica che ci aiuta a fare il punto della situazione cannabis in Italia.
Le basi del modello olandese
Il primo modello di riferimento è quello adottato dall’Olanda, già nel lontano 1976. Nei Paesi Bassi il sistema giudiziario prevede infatti una netta differenziazione tra droghe pesanti e droghe leggere, di cui fanno parte, per esempio, cannabis e derivati. Ciononostante, contrariamente a quanto si possa pensare, nei Paesi Bassi la vendita di le droghe leggere è comunque un reato. Ad ogni modo ne viene tollerata la vendita di determinate quantità, che non devono superare i 5 grammi per persona al giorno.
Questa quantità è riferita ovviamente all’acquisto che avviene all’interno di un coffee-shop autorizzato. Secondo l’autorità dei Paesi Bassi, infatti, lasciare l’individuo libero di acquistare e consumare droghe leggere (entro certi) limiti aiuta a ridurre drasticamente la criminalità legata alle sostanze stupefacenti. In questo modo, inoltre, chi è intenzionato a smettere di consumare droghe leggere non è vittima di infondati pregiudizi. In questo modo si sentirà più invogliato a farsi aiutare e, quindi, a smettere. Il tutto senza essere additato quale criminale o tossicodipendente. Questa visione più aperta non ha assolutamente lo scopo di incentivare l’uso di droghe. Tutt’altro: i risultati dimostrano che invece aiuta a costruire la consapevolezza degli effetti della droga.
Per quanto riguarda invece la detenzione di cannabis in Olanda, la Gedoogbeleid (Politica della tolleranza) prevede un massimo di 5 grammi per persona. Sulla produzione, invece, vige il divieto di produzione, ma sono ammesse un massimo di 5 piante (utilizzate esclusivamente per scopi medici).
I risultati della legalizzazione della cannabis nei Paesi Bassi
Alla luce di quanto sopra, possiamo facilmente dedurre che la criminalità legata alle droghe leggere nei Paesi Bassi sia ridotta. Cosa comporta questo dato? Innanzitutto un minor dispendio economico da parte dei contribuenti per sostentare l’apparato giudiziario. In secondo luogo, un minore impiego delle forze dell’ordine in questo campo, lasciando così più spazio ad altri settori.
Molte persone però restano dell’idea che una legalizzazione della cannabis come quella olandese ne inciterebbe il consumo. Niente di più lontano dalla realtà. Diversi studi hanno analizzando i dati circa gli utilizzatori di cannabis di età comprese tra i 15 e i 65 anni. Ne è emerso un consumo assolutamente in linea con gli altri paesi Europei, cui però va conteggiata la massiccia influenza turistica. Sì, perché i turisti che ogni anno si riversano nei coffee shop olandesi rappresentano una delle principali entrate. Si stima che ogni anno da questo giro d’affari lo stato olandese incassi circa 400 milioni di euro.
Questo ci mostra un importante dato: l’Olanda non è, di fatto, favorevole al consumo di cannabis. Semplicemente, tratta questo business alla luce del sole, tassandolo e rendendolo parte del tessuto vivo dell’economia nazionale. In più, impone aspetti rilevanti che lo vanno a regolamentare in maniera ferrea e pragmatica, senza dare adito a fraintendimenti. Così facendo, per prima cosa ne trae un profitto economico che si ripercuote positivamente sulla struttura statale, giudiziaria e di ordine pubblico. In secondo luogo, si rende protagonista del turismo europeo e mondiale, fornendo un modello da seguire. Infine, tratta i suoi cittadini, i turisti e chiunque faccia uso di cannabis al pari di chi fuma sigarette, nella (come si auspica) premessa implicita che questa pianta non si può, di fatto, considerare una droga pari (solo per citarne una) alla nicotina.