Il 2020 è stato un anno inequivocabilmente segnato dalla pandemia da covid-19. Le conseguenze, tralasciando quelle sul piano sanitario di cui purtroppo siamo tutti fin troppo consapevoli, hanno colpito tutti i settori, compreso quello artistico. I blocchi e le limitazioni imposte per evitare la diffusione del virus hanno, per forza di cose, portato a una brusca interruzioni dell’intrattenimento. Servizi, spettacoli e intrattenimenti così come li conoscevamo, dal mondo del cinema alla TV a quello della musica, fino ai contenuti per adulti, tutto fermo. In quest’ottica la piattaforma OnlyFans, fondata nel 2016 a Londra dall’imprenditore Tim Stokely, ha conosciuto un’impennata senza precedenti nel business online.
OnlyFans: cos’è e come funziona
Ma nello specifico, di cosa si tratta? OnlyFans è una piattaforma che mette in contatto personaggi del mondo dello spettacolo in ogni sua sfaccettatura e aspiranti tali, con i loro fan. Tramite il pagamento di un abbonamento i fan possono quindi seguire tutto quanto pubblicato dai loro idoli. Per interagire su OnlyFans basta quindi registrarsi e immettere i propri dati per il pagamento della quota mensile, che può ampliarsi fino a comprendere eventi singoli e privati che mettono il fan in diretto contatto con il creatore del contenuto. L’abbonamento, poi, può suddividersi in diversi “step”, da quello base a quello più inclusivo che permette di accedere a più contenuti. Per quanto riguarda la quota che ogni abbonato versa al sito, l’80% va direttamente agli autori dei contenuti, mentre il restante 20% resta in possesso di OnlyFans. I contenuti, in ogni caso, possono spaziare dalla cucina al fitness, passando anche per il porno, dal momento che non ci sono limitazioni sulla loro natura. E questo è probabilmente il segreto del successo di questa piattaforma: la libertà. Libertà che, secondo alcuni, sfocerebbe nell’immoralità e che andrebbe in qualche modo limitata.
Il boom di OnlyFans durante il 2020
Come accennato, il 2020 è stato la spinta decisiva per far decollare questa piattaforma. Il blocco dei servizi di intrattenimento ha irrimediabilmente portato gli artisti a riversarsi su OnlyFans, e non con poco profitto. Si stima infatti che almeno 300 creatori di contenuti, nell’arco del 2020, abbiamo raggiunto cifre superiori al milione di dollari in termini di guadagno annuo. Alcuni musicisti, come la giovane rapper Bhad Bhabie, hanno aumentato i loro profitti oltre il 500% grazie a OnlyFans. La maggior parte dei guadagni e degli iscritti si sono concentrati nei primi tre mesi del 2020, quando gli abbonanti al sito sono passati da 20 a 120 milioni. I motivi dietro questo successo non vanno nemmeno spiegati: pandemia, lockdown, impossibilità di trovare svaghi sempre nuovi e, per la maggior parte degli utenti, accesso a internet illimitato. Questi fattori sono stati certamente e inequivocabilmente decisivi.
Tra l’altro, la libertà cui accennavamo prima ha avuto i suoi risvolti positivi in termini di guadagni, specialmente nel settore dei contenuti per il pubblico adulto. Un caso emblematico è quello della influencer e porno star Belle Delphine. La ragazza, dapprima apparsa su Instagram, è arrivata a collezionare più di 4 milioni di followers. Il suo continuo esporsi in pose ammiccanti che lasciavano davvero poco all’immaginazione l’ha, però, portata in più di una occasione alla censura da parte della piattaforma acquisita dal proprietario di Facebook, Mark Zuckerberg.
Belle Delphine ha quindi invitato i suoi fan a spostarsi sulla piattaforma OnlyFans. In questo modo non solo ha potuto ampliare la natura dei contenuti da offrire ai suoi seguaci, ma anche il suo profitto. Non solo ha superato la quota di un milione di dollari al mese attraverso la vendita dell’accesso alle sue foto in pose sexy, ma ha avuto un’idea che sta tra il geniale e l’assurdo. Ha venduto, per la modica cifra di trenta dollari a confezione, l’acqua in cui ha fatto il bagno. Inutile dire che il prodotto è andato sold out in pochissimo tempo. Qual è quindi la conclusione? Sono i creatori di contenuti a sfruttare in modo immorale l’onda del successo offerta da OnlyFans, o possiamo “incolpare” chi permette loro di ricavare guadagni relativamente facili facendo leva sui desideri e sulle necessità represse?