Aprire una palestra: tutte le normative in atto

Aprire una palestra come attività principale può diventare l’occasione giusta per combinare la passione per il fitness e un business di sicuro successo. In questo settore, però, è importante rispettare la legislazione regionale e nazionale che ne regolamenta gli adempimenti da eseguire. Per semplificare il tuo lavoro, di seguito ti suggerisco step by step il percorso da seguire per iniziare questa attività.

La palestra privata: come aprirla?

Nei nuovi must do di quest’ultimo secolo rientra senza dubbio la pratica di uno sport per qualsiasi fascia di età: un luogo adatto per dimensione, struttura e personale a svolgere una serie di sport, recuperando o mantenendo la salute e l’equilibrio di mente e corpo.

Per aprirne una è necessario rispettare i requisiti previsti dal TULPS agli artt. 11 e 92, che richiedono:

  • assenza di condanne penali e pene restrittive della libertà non inferiori a 3 anni
  • assenza di condanne penali per aver compiuto reati contro il buon costume e la moralità pubblica, giochi d’azzardo e delitti in stato di ubriachezza
  • contravvenzioni relative alla prevenzione dell’alcolismo
  • violazione di leggi sull’abuso di sostanze stupefacenti o sul lotto.

Quali permessi presentare

L’apertura di una palestra richiede la presentazione al SUAP, nel Comune di residenza, di una SCIA ai sensi della Lg 241/1990 art. 19, che richiede l’istanza di autorizzazione per l’avvio di un impianto finalizzato all’esercizio di attività motoria di tipo ricreativo, allegando:

  • planimetria locali
  • copia polizza assicurativa relativa alla responsabilità professionale e civile verso terzi
  • relazione tecnica descrittiva che attesti la conformità degli impianti alla legislazione a firma di un professionista abilitato
  • dichiarazione di conformità degli impianti ai sensi della Lg 46/1990
  • valutazione impatto acustico
  • certificato idoneità statica strutture portanti
  • parere autorità sanitaria relativo agli elementi igienici
  • dichiarazione del direttore tecnico e del responsabile sanitario di accettazione incarico
  • elenco attività che si intendono svolgere.

Servono, inoltre, le seguenti formalità:

  • DIA all’Agenzia delle entrate
  • Istanza partita IVA
  • Certificato di prevenzione incendi emesso dai Vigili del Fuoco ai sensi del D.P.R. 151 del 2011
  • Autorizzazione ASL riferita ai locali
  • Iscrizione nel Registro della Imprese e denuncia inizio attività
  • Assicurazione obbligatoria presso Inail
  • Iscrizione nella gestione prestazioni previdenziali e contributi presso l’Enpals e l’Inps.

Pur sembrando infinite, le attività da svolgere prima di aprire una palestra sono gestibili se si ha la voglia di mettersi in discussione e l’entusiasmo di partire. Se intanto hai bisogno di un rapido promemoria, puoi consultare la Guida all’avvio di un’impresa, con particolare interesse alla palestra.

Personale specializzato

Ogni palestra richiede la presenza di personale specializzato tra:

  • istruttori con specifica abilitazione richiesta dalle leggi regionali di regolamento
  • responsabile sanitario laureato in medicina e chirurgia
  • direttore tecnico.

Oltre al possesso di una laurea in Scienze Motorie e la qualificazione tecnica ottenuta presso le FN affiliate al CONI.

Forma giuridica della palestra

La scelta della forma giuridica dipende in gran parte dalle esigenze del titolare e può essere una:

  • ditta individuale
  • società in accomandita semplice o in nome collettivo
  • società a responsabilità limitata o una società cooperativa con soci contitolari

Struttura dei locali per l’attività sportiva

I requisiti dei locali adibiti a palestra devono possedere una destinazione d’uso specifica e compatibile a quella inserita nel piano urbanistico comunale (PUC), ciò significa che devono rispettare le prescrizioni previste in materia di igiene edilizia, urbanistica, tutela dell’ambiente, igiene pubblica, sicurezza alimentare, sui luoghi di lavoro e i regolamenti locali della polizia urbana annonaria. Nel rispetto del DM 1 febbraio 1986 è richiesto un impianto di ventilazione meccanica e il controllo del rispetto dei limiti di inquinamento acustico.

Nel caso in cui la palestra avesse una capienza maggiore a 100 persone o una superficie (lorda) superiore a 200 metri quadri è necessaria specifica documentazione in materia di rischio incendio, come previsto dal DPR 151/2011.

Riferimenti Leggi regionali

Ogni regione possiede norme proprie che regolamentano l’apertura delle palestre. Le normative di riferimento sono:

TRENTINO ALTO ADIGE:

  • PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO – L.P. 19/1990: “Interventi a favore dello sport”; D.P.P. 1/2014: “Semplificazione di procedure in materia di sport”;
  • PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO – L.P. 121/1990: “Interventi per lo sviluppo e la promozione delle attività sportive”; L.P. 4/2016: “Promozione dello sport e dell’associazionismo sportivo trentino”;

PIEMONTE – L.R. 23/1995: “Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie”; L.R. 17/1996: “Promozione della qualificazione degli operatori per le attività sportive e fisico-motorie”;

VALLE D’AOSTA – L.R. 16/2007: “Nuove disposizioni per la realizzazione di infrastrutture ricreativo-sportive di interesse regionale”. “Modificazioni di leggi regionali in materia di turismo e trasporti”;

VENETO – L.R. 8/2015: “Disposizioni generali in materia in attività motoria e sportiva”.

EMILIA ROMAGNA – L.R. 8/2017: “Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive”;

FRIULI VENEZIA GIULIA – L.R. 12/2017: “Norme in materia di cultura, sport e solidarietà”;

LOMBARDIA – L.R. 26/2014: “Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive, dell’impiantistica sportiva e per l’esercizio delle professioni sportive inerenti alla montagna”;

MARCHE – L.R. 5/2012: “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”;

TOSCANA – L.R. 35/2003: “Tutela sanitaria dello sport;” L.R. 27 febbraio 2015, n. 21: “Promozione della cultura e della pratica delle attività sportive e ludico-motorie-ricreative e modalità di affidamento degli impianti sportivi”;

UMBRIA – L.R. 5/2007: “Modalità di affidamento del servizio di gestione degli impianti sportivi di proprietà degli enti locali territoriali”; L.R. 23 settembre 2009, n. 19: “Norme per la promozione e sviluppo delle attività sportive e motorie. Modificazioni ed abrogazioni”;

LAZIO – L.R. 15/2002: “Testo unico in materia di sport”;

LIGURIA – L.R. 40/2009: “Testo unico della normativa in materia di sport”;

SARDEGNA – L.R. 17/1999: “Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna”;

SICILIA – L.R. 16/2014: “Norme in materia di promozione e tutela dell’attività fisico-motoria e sportiva”;

ABRUZZO – L.R. 2/2018: “Legge organica in materia di sport ed impiantistica sportiva”;

BASILICATA – L.R. 6/1997: “Disciplina dei centri di attività motorie”;

CAMPANIA – L.R. 18/2013: “Legge quadro regionale sugli interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attività motorio-educativo-ricreative”;

MOLISE – L.R. 23/2016: “Disposizioni regionali in materia di promozione sportiva”;

CALABRIA – L.R. 28/2010: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria”;

PUGLIA – L.R. 33/2006: “Norme per lo sviluppo dello sport per tutti”;