Cannabis legale, a che punto siamo in Italia

Quando si parla di cannabis, che sia quella legale o meno, i pregiudizi si sprecano. Purtroppo, ancora oggi, non molti conoscono i benefici che questa pianta può apportare e viene vista solo ed esclusivamente come una sostanza finalizzata allo sballo. Eppure non è così, la cannabis legale, lo è diventata anche per fini terapeutici, ha tutt’altra valenza. Ma anche punto siamo qui in Italia?

Cannabis legale, fuori dai pregiudizi

Chi pensa alla marijuana pensa subito alla musica reggae, a ragazzini viziati o difficili che vogliono trasgredire e sballarsi, ma si stupirebbero nel sapere che chi fa utilizzo della cannabis light sono ance persone adulte, imprenditori, liberi professionisti, gente comune che vuole un aiuto per rilassarsi.

Ma non solo, perché la cannabis legale è anche un ottimo aiuto per tutte quelle persone che soffrono di determinate patologie. Sembra assurdo, eppure, ancora adesso, nonostante la marijuana terapeutica possa essere prescritta dal medico di base, ci si deve scontrare con tantissimi pregiudizi, quindi, chi ne ha necessità per scopi terapeutici, ripiega sulla cannabis light, ovvero, quella con una soglia del TCH consentito dalla legge.

La marijuana a basso contenuto di TCH, infatti, non ha effetti psicotropi, quindi è ammessa dalla nostra normativa, ma siamo ancora ben lontani dall’affrontare in modo serio la questione, dovremmo veramente liberarci da tutti i pregiudizi esistenti, ma vediamo cosa dice la normativa attuale.

Le leggi che regolamentano produzione e uso di cannabis light

Tanto per metterei puntini sulle, I, quando si parla di cannabis light si sta parlando delle infiorescenze con un basso contenuto di TCH o THC. Tali infiorescenze derivano dalla coltivazione della cannabis Sativa, ovvero, la canapa industriale ed è qui che nasce l’inghippo, perché è concesso coltivarla a fini industriali.

La legge, quindi, presenta molti limiti, infatti ha fatto in modo che la cannabis venisse coltivata a scopo industriale, tralasciando quelli che sono gli altri ambiti come a scopo ricreativo e, soprattutto, terapeutico.

In Italia la normativa è stata modificata, ma ovviamente non sembra ancora essere adeguata. La normativa attuale, quindi, prevede che la cannabis possa essere coltivata a patto che il contenuto di TCH sia inferiore auna determinata soglia che, a seconda delle interpretazioni, oscilla tra lo 0,2 e lo 0,6% massimo tollerato.

A onore del vero, va detto che la coltivazione di cannabis sativa non è mai stata proibita, tuttavia, come spesso accade, interpretazioni della normativa troppo zelanti hanno fatto si che i coltivatori, attorno agli anni ‘70, fossero perseguiti dalle forze dell’ordine.

Nel 2016 è stato approvato il Decreto Legge n. 242 che è entrato in vigore il 14 gennaio del 2017 e che consente di coltivare solo varietà certificate e che ogni anno vengono aggiornate nel catalogo europeo.

Nel 2018 le interpretazioni della normativa hanno visto diversi interventi, in effetti la chiarezza è ben poca. La circolare del MIAAF, che riguarda le modalità di coltivazione e le regole del florovivaismo, ribadisce i punti salienti della legge 242, concentrandosi sulla normativa che riguarda la coltivazione in ambito florovivaistico, anche qui si ribadisce l’importanza dei semi certificati.

C’è poi stato un intervento del Ministero della Sanità, che si era espresso contrario alla libera vendita della cannabis light seguendo un principio di precauzione, tutto ridimensionato dallo stesso Ministro della Salute ma che comunque aveva rinviato la discussione girandola all’Avvocatura dello Stato.

In definitiva posso acquistare la cannabis light?

La risposta, al momento è sì, si può acquistare l’erba legale online. Anche in questo caso, però, si deve fare attenzione e acquistare solamente da portali dove si è certi della qualità del prodotto.

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