I call center, il business del momento. Sia outbound che inbound. Dopo il successo degli anni 2000 ne sono potremmo dire spuntati come funghi. Si vende di tutto. Dalla bottiglia di vino, all’abbonamento internet. Telefonia, luce, gas, persino abbonamenti a riviste o in palestra. Ma quanto costa davvero aprire un call center? E’ davvero proficuo come dicono?
Call center. Inbound e outbound
Per sapere a cosa si va incontro è necessario chiarire una differenza sostanziale. Quella tra inbound e outbound. Il primo si basa sul ricevimento di chiamate. L’utente chiama, generalmente, per ricevere assistenza. Nel secondo caso si deve contattare l’utente. Che potrà essere un potenziale cliente. Siamo noi che dobbiamo proporgli qualcosa. Ovviamente dobbiamo anche tenere conto di chi non ascolterà e di chi non gradirà la nostra chiamata. Per questo esiste anche il registro delle pubbliche opposizioni. Tramite cui si potrà decidere di non essere contattati mai per questi servizi.
Come aprire un call center? Costi
Ovviamente possiamo decidere se gli operatori lavoreranno da casa o in una struttura a nostra scelta. Nel secondo caso, naturalmente, gli operatori saranno pagati meno. Spesso solo a percentuale. Nel secondo caso, dovrà essere necessario per tutti garantire un fisso. Quantomeno per coprire le spese. Cosa che, detto per inciso, molti non fanno. In generale, per avviare questo tipo di attività, occorrono poche fondamentali cose.
- Pc, decidiamo noi quanti
- Cuffie
- Ottima connessione internet
- Software gestionale
- Posizioni Inps e Inail per il versamento dei contributi. Per noi e per i potenziali dipendenti
Poi ci vorrà una partita Iva aperta e il deposito atti presso il Registro delle Imprese.
In merito ai costi ovviamente cambiano. In caso vogliamo aprirci un call center da casa o in un ufficio a nostra scelta. Nel primo caso la spesa si aggira su all’incirca 5 mila euro. Per la seconda ipotesi la spesa minima sarà di almeno 50 mila euro. Poi tutto dipenderà da vari fattori. L’ampiezza dell’immobile, il numero di postazioni, affitto o meno dello stesso. Tasse varie. Comunque fondamentale sarà la figura di un tecnico specializzato per software aziendali. E di un commercialista.
I fatturati
Il fatturato non può essere universale. Come detto, dipende se si vuole aprire l’attività in proprio da casa. O una location di nostra scelta. Per la prima ipotesi non ci si può aspettare di certo un arricchimento. Poi dipende dai servizi offerti e dalle chiamate. Naturalmente più la connessione internet è buona, più chiamate entrano, o escono nel caso dell’outbound, più si guadagna. Per un calcolo approssimativo, 12 postazioni o più garantiscono un introito di 40 o 50 mila euro annuali. E parliamo di cifre nette. Per i guadagni ci sono diversi fattori da tenere in conto. E sono:
- Numero postazioni
- Quanti operatori abbiamo
- Ore lavorate, ma effettive
- Resa produttiva
- Che cosa proponiamo. Come servizio o vendita.
Da quanto detto, riconosciamo quindi che una stima precisa e definitiva è quasi impossibile da fare. Ovviamente se offriamo un servizio eccellente le chiamate saranno di più. Conseguentemente maggiori le opportunità di guadagno. Ma dipenderà sempre dal personale assunto. E da quanti utenti riusciranno a gestire. In un tempo relativamente breve.
I call center all’estero
Naturalmente la mano d’opera italiana, tenendo conto delle spese e le tasse, costa di più di una estera. In Albania ad esempio i costi sono nettamente inferiori. Ma i guadagni restano comunque alti. Per questo molti imprenditori per risparmiare sui costi di gestione, hanno preferito, nel tempo, aprire call center in altri paesi dove gli operatori si prendono 10 volte di meno. Questo però ha portato, in molti casi, all’abbassamento di qualità del servizio offerto. Per questo chi chiama o chi viene chiamato vuole comunque delle garanzie. E la certezza che la chiamata sarà gestita da un operatore che si trova in Italia.