Chief Digital Officer, persone per le persone

Ci troviamo in un momento di grandi cambiamenti tecnologici e sociali, di conseguenza. Molte professioni non hanno più motivo d’essere, magari perché semplicemente obsolete o perché le persone sono state sostituite dalle macchine. Di contro, nascono nuove figure professionali che hanno a che vedere con le innovazioni tecnologiche, qui esaminiamo quella del Chief Digital Officer.

Chief Digital Officer, chi è

Sono diverse le professioni digitali che stanno emergendo in questi ultimi anni, come per esempio quella dell’animatore digitale nelle scuole, che non solo hanno a che vedere con le nuove tecnologie digitali, ma che aiutano a conoscerle fungendo da veri e propri mediatori.

Una figura di primo piano in questo ambito è proprio quella del Chief Digital Officer, ovvero, colui che accompagna le aziende nella transizione dall’analogico al digitale. Facciamo degli esempi facili così da comprendere interamente questo ruolo chiave.

Con l’avvento del digitale i processi aziendali, e non solo, sono notevolmente cambiati. Basti pensare al sempre più frequente utilizzo del cloud o delle app. Non si tratta di cambiamenti lenti, di quelli che ci si può abituare nel tempo, nelle nuove tecnologie si va di fretta, si corre, per essere più veloci degli altri.

Sono evoluzioni rapide che devono essere assimilate molto velocemente, diversamente non si può essere competitivi sui mercati. Purtroppo nel nostro paese va tutto molto a rilento, dall’eliminazione del digital divide agli investimenti nel digitale, ne sa qualcosa la scuola dove il necessario, quanto improvviso, ricorso alla DAD ha segnato una linea di demarcazione netta tra chi ha possibilità e competenze e chi non le ha.

Le aziende, però, non possono permettersi fasi di transizione lente, sarebbero degli oneri troppo pesanti sia in termini di spese che di guadagni. Proprio per accelerare tali fasi transitorie, è nata la figura del Chief Digital Officer, un professionista che aiuta le aziende a utilizzare e comprendere i nuovi strumenti digitali.

L’azienda italiana che ha reso accessibile la figura del Chief Digital Officer è Maia Management mediante un servizio di consulenza accessibile e in outsourcing, vediamo meglio di cosa si tratta.

Il metodo Maia management

Ritorniamo un momento alla definizione del Chief Digital Officer. Immagina questa figura come un direttore d’orchestra, come colui che analizza e coordina, semplifica, rende fruibili e accessibili i concetti legati alle nuove tecnologie digitali. Ha quindi un ruolo di grande responsabilità e deve necessariamente fare i passi giusti in modo da dare valore all’azienda mediante il digitale.

Facile intuire i costi per questo tipo di servizio. Solitamente il Chief Digital Officer viene assunto dalle aziende stesse e il suo stipendio si aggira attorno ai 200.000 euro l’anno, un costo che non tutte le aziende, soprattutto di questi tempi, possono permettersi.

Il metodo Maia management, invece, prevede una collaborazione temporanea e in outsourcing, quindi con un approccio fondamentalmente consulenziale, ma per tutto il tempo che serve, in modo da rendere il servizio molto più fruibile.

Le aziende clienti corrispondono quindi un fisso mensile sostenibile e dei bonus al raggiungimento degli obiettivi prefissati, risultati che, naturalmente, sono misurabili. Tali obiettivi vengono stabiliti insieme ai clienti in fase iniziale.

Le fasi del metodo Maia Management

Il primo step, come appena detto, è la definizione degli obiettivi specifici. Questa è una fase molto importante perché la maggior parte del compenso dei Chief Digita Officer Maia Management deriva proprio dal loro conseguimento. Serve quindi un vero lavoro di squadra.

Gli obiettivi dell’azienda, infatti, sono obiettivi condivisi con Maia Management ogni settimana ci saranno appuntamenti dedicati per fare il punto della situazione e valutare se la direzione intrapresa stia portando ai risultati previsti.

Per fare ciò vengono redatti dei report dinamici dove si può verificare lo stato delle attività. Inoltre si lavora anche sulla riqualificazione delle competenze di tutti i lavoratori dell’azienda mediante un lavoro costante e continuo.

Difatti, se da una parte bisogna essere veloci, dall’altra ci sono dei concetti che hanno bisogno di essere introiettati, grazie ai percorsi formativi, le competenze necessarie vengono acquisite con più rapidità e in modo più efficace.

Con tutti questi accorgimenti e grazie alla guida professionale, la transizione verso il digitale non sarà più un problema.