Nella vita può capitare di avere bisogno di un consulto legale. Può essere per una questione di eredità, o per un caso di divorzio, ma anche per un problema legale sul lavoro, un incidente stradale, un caso di malasanità. Qualsiasi sia il motivo, spesso molti lasciano perdere, per esempio, la possibilità di ottenere un risarcimento, o di vedersi annullare una multa ingiusta, perché hanno paura di spendere molto. Ma la parcella dell’avvocato si può calcolare per avere almeno un’idea di quanto si andrà a pagare?
Parcella avvocato, come si fa il calcolo
Molti non si recano da un legale perché hanno il terrore dei prezzi elevati. In realtà questo è un retaggio del passato, quando gli avvocati erano davvero pochissimi e se li potevano permettere solamente le persone più abbienti, le grandi famiglie nobili o gli imprenditori. Oggi però le cose sono molto cambiate.
Ci sono tantissimi avvocati, per forza di cose, quindi, le loro parcelle si sono notevolmente abbassate rispetto agli anni scorsi. Certo, siamo abituati a vedere grandi studi legali nelle serie TV americane, ma in Italia le cose sono abbastanza diverse. In summa, non si spendono più cifre impossibili.
Tuttavia, è normale che una persona comune ha bisogno anche di preventivare determinate spese, quindi, prima di impelagarsi in una causa, o anche in una semplice consulenza se non è offerta gratuitamente, va a calcolare quanto potrà spendere. Ma come si fa questo calcolo parcella avvocato?
Ebbene, in seguito alla Legge del 31 dicembre 2012, n. 247, gli avvocati non distinguono più le voci della parcella in onorario e diritto, ma si utilizza la sola voce “compenso” che si riferisce appunto alla retribuzione del lavoro del professionista legale. Il documento contabile, invece, è la fattura, sebbene ancora oggi venga indicato come parcella e notula.
Iniziamo col dire che prima della Legge del 2012 si utilizzavano delle tabelle analitiche, aggiornate nel 2004, che erano però alquanto prolisse e complesse. Per ciascuna attività effettuata dallo studio legale c’era un diritto, mentre solo per determinate attività veniva maturato anche l’onorario.
Per esempio, se si faceva accesso alla cancelleria si maturava un diritto, mentre scrivere una difesa faceva maturare sia un diritto che un onorario. Anche le attività di copisteria prevedevano un compenso, la collazione. Portare tale scritto in cancelleria, poi, faceva maturare un ulteriore diritto. Insomma, si capisce quanto complesso potesse essere il calcolo e ancor di più per il cliente che volesse farsi almeno un’idea delle spese.
Il Decreto Ministeriale 2014
Con il Decreto Ministeriale del 10 marzo del 2014 n° 55, che va a completare quanto espresso nella Legge professionale forense a riguardo del computo del compenso professionale, si supera il vecchio sistema.
Infatti il calcolo viene impostato per fasi. Normalmente per una procedura ordinaria si calcolano 4 fasi
- Studio della controversia;
- fase introduttiva del giudizio;
- fase istruttoria;
- fase decisionale.
Senza entrare nel merito e nei tecnicismi, diciamo solo che il compenso del legale viene calcolato sommando tutti e quattro i compensi dovuti per queste fasi. Tutto questo sembrerebbe essere decisamente semplice rispetto a prima.
Tuttavia non è così, si deve tenere conto anche degli scaglioni, ovvero, più e elevato il valore della questione che viene dibattuta, più elevato è il compenso del professionista.
Insomma, in poche parole, anche se abbiamo pensato che tutto fosse più semplice – in parte lo è – ci sono ancora tantissimi parametri da considerare per poter elaborare una parcella di massima.
Il calcolatore di parcelle e fattura avvocato
Oggi fortunatamente la tecnologia ci viene incontro. Su miolegale.it è facile calcolare quanto dovuto al legale. Infatti basta compilare tutti i campi del form che trovi qui: calcolo parcella avvocato e una volta inseriti tutti potrai agevolmente calcolare la parcella che spetta al legale che hai deciso di consultare.