Dai francobolli alle monete, e passando per i fumetti e per gli oggetti rari, quella del collezionismo è una passione che attira e che coinvolge tante persone in Italia e nel mondo. Si tratta in genere di appassionati che spesso coltivano questa passione per buona parte della propria vita, già dall’infanzia e fino all’età adulta. La passione, inoltre, altrettanto spesso può diventare in tutto e per tutto un lavoro autonomo, e quindi un’importante fonte di reddito. Ed allora, come si fa a trasformare la passione del collezionismo in un business?
Il collezionismo da passione ad attività d’impresa, per molti ma non per tutti
Per gli amanti del collezionismo il passaggio dalla passione ad un’attività imprenditoriale spesso non è semplice. In quanto in realtà non basta aprire una partita Iva ed iscriversi alla camera di commercio. Per il collezionismo fatto per guadagnare, infatti, è fondamentale che l’imprenditore abbia pure un buon fiuto per gli affari al fine di comprare a prezzi d’occasione e di vendere poi a prezzi decisamente più alti.
La logica degli affari, infatti, mal si sposa con la passione di alcuni collezionisti che sono non solo gelosi dei propri francobolli o delle proprie monete rare, ma che non si sognerebbero mai di vendere a nessun prezzo. In pratica, in tal caso, l’attività del collezionismo presenta un elevato dividendo estetico e non è mai finalizzata a generare una fonte di reddito. E quindi in tal caso il collezionista non può di certo diventare un imprenditore del settore in quanto la sua attività è davvero lontanissima dalla finalità lucrativa.
Come fare soldi con il collezionismo e chi ci riesce davvero
In altre parole, l’appassionato che con il collezionismo vuole fare soldi deve avere per forza la propensione al commercio e deve pure avere una piena conoscenza del mercato di riferimento. E questo specie quando il collezionismo è legato a beni che possono tendere ad avere un valore molto alto come gli oggetti d’arte e di antiquariato.
Con un atteggiamento che, come per un investitore in borsa con i titoli azionari, deve essere di tipo speculativo, e quindi basato sulla capacità di comprare gli oggetti da collezione con un buon potenziale di rivalutazione nel tempo. Ragion per cui un imprenditore del collezionismo di successo non è mai uno speculatore occasionale, ma è un vero e proprio mercante che è in grado di valutare con sempre con estrema freddezza quella che potrebbe come non potrebbe essere un’opportunità di guadagno.
Oltre ad essere potenzialmente redditizio, inoltre, quello del collezionismo è un potenziale business che è caratterizzato da tanti risvolti positivi. Perché il collezionista tende a sviluppare delle spiccate capacità di organizzazione e di negoziazione, così come nel tempo rafforza la propria conoscenza e le proprie competenze.
Cosa si può collezionare e come vendere anche senza avere un negozio
Se c’è la passione si può davvero collezionare di tutto, non solo francobolli, quadri o monete. Dalle lattine di birra agli autografi, e passando per le spille, i biglietti da visita, le medaglie, i modellini, le targhe, gli adesivi, i dischi in vinile e fino ad arrivare agli orologi. Quello del collezionismo, infatti, non è un hobby tipicamente ed esclusivamente per persone ricche in quanti tutti possono collezionare cose poco costose che, nel tempo e nell’insieme, possono poi avere un valore economico anche rilevante. Ed il tutto con il vantaggio che per comprare e per vendere le collezioni da privato a privati non c’è necessariamente bisogno di avere un negozio. Si può infatti comprare e vendere online attraverso i siti Internet di aste, oppure trovare gli acquirenti ed altri appassionati partecipando alle fiere di settore.