Da quando il Green Pass è diventato obbligatorio, le polemiche non si sono arrestate nemmeno per un minuto: eppure, è strettamente legato al turismo, perché la ripresa economica dovrà necessariamente passare per la salute. E non è un eufemismo. Ne hanno parlato – e anche abbondantemente – Ivana Jelinic, presidente della Federazione Italiana Associazione Imprese, Viaggi e Turismo, oltre che Alessandra Albarelli e Alessandro Pollak in una puntata di Disputandum, condotta da Sheyla Bobba per Web Radio SenzaBarcode. Il turismo è stato un settore colpito dalla pandemia da Covid-19: poche prenotazioni, minori turisti in giro per le città d’arte o per le città di mare. Poi, il Green Pass, che ha cambiato inevitabilmente il nostro modo di vivere e pianificare le vacanze.
Durante la trasmissione generalista Disputandum, si è affrontato il Green Pass come uno strumento di sicurezza per la ripresa del turismo. Ma è così semplice? Eppure, il comparto turistico non lo ha affatto bocciato, anzi, lo ha promosso. Perché se è vero che l’economia deve riprendersi, è anche abbastanza vero che non si può farlo alla cieca, senza prendere le dovute precauzioni. La tutela della salute in questo senso non è solo nei confronti di chi viaggia, ma anche di chi lavora nelle strutture alberghiere, nei ristoranti e chiunque svolga un lavoro prettamente turistico. La sicurezza sul lavoro è un perno importantissimo che riguarda ogni settore, compreso quello del turismo.
Green pass e turismo, la correlazione (e le difficoltà)
Il turismo sta vivendo una crisi importante, sicuramente la peggiore degli ultimi decenni. Nel corso del 2018, c’era stata un’espansione più che positiva: Roma era la principale destinazione turistica in Italia del mondo, con la sua cultura, l’arte, la cucina. Nel 2021, però, a più di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, gli effetti della crisi del turismo si stanno iniziando a far notare. Ristoranti chiusi, locali in vendita, strutture alberghiere in ginocchio. Come si può ovviare a tali difficoltà?
Il Green Pass ha ottenuto diversi consensi da parte degli impiegati turistici, ma nel corso della trasmissione Disputandum sono emerse alcune fratture. Per esempio, quando l’operatore turistico si ritrova a chiedere di scannerizzare il QR code, possono sorgere numerosi problemi. Non va sottovalutata la voce di chi opera nell’ambiente del turismo, che chiede maggiori tutele e soprattutto più aiuto al Governo.
Gli effetti del Green Pass su turismo e prenotazioni
Nonostante tutto, ci sono tanti dubbi, attimi in cui si hanno avuto delle evidenti difficoltà. Perché, sebbene il Green Pass sia stato implementato per dare sicurezza a chi lavora e per favorire e accelerare la campagna vaccinale, ci sono tanti altri ancora indecisi sul fare il vaccino o meno e che hanno anche rifiutato di soggiornare nelle strutture ricettive o di mangiare al ristorante. Il disorientamento generale – così come alcune fake news sui social media – hanno portato a un rallentamento della campagna vaccinale e anche a un’inevitabile anno disastroso per il turismo.
Tanti i ritardi dei sostegni al settore, così come la crisi che non accenna a finire. La ripresa economica del turismo ci sarà, prima o poi: sono tanti i progetti già in cantiere, perché non c’è voglia di gettare le armi o mollare. #ItaliaLive, per esempio, ha l’obiettivo di promuovere il turismo nel mondo, per condividere esperienze, per risalire la china e per evitare numeri disastrosi anche nel corso del 2022.
L’unico obiettivo del comparto turistico è di poter vedere quella ripresa economica che, al momento, sembra ancora lontana. L’aiuto del Governo si rivelerà in ogni caso fondamentale nel corso dei prossimi mesi. Indubbiamente, se l’adesione alla campagna vaccinale fosse stata maggiore, forse non si sarebbe giunti al Green Pass. Tuttavia, ora è un potentissimo strumento per agevolare l’economia del turismo, passando per la salute. Perché quest’ultima è la nostra unica speranza per riottenere la libertà di vivere, di viaggiare, di fare progetti, di sognare in grande.