Il migliore amico del 2020 e si spera utilizzato di nuovo per andare a dormire oppure nel week end del 2021. Ma qual è la vera storia del pigiama? Ecco tutto quello che non si conosce e le curiosità.
Pigiama, business del 2021
Inutile negarlo, il pigiama è il capo di abbigliamento più utilizzato da ogni persona – uomo o donna che sia. Ha un grande potere rilassante e dopo una lunga giornata fa sentire a proprio agio, pronti per rilassarsi e non pensare più a nulla.
Se di solito viene utilizzato di notte o durante il week end, nel 2020 è stato protagonista delle lunghe ore in casa o durante lo smart working obbligatorio. Questo ha costituito un forte business per il 2021 che ha visto un incremento nelle sue vendite come mai prima ad oggi: per questo motivo le aziende hanno sviluppato nuovi progetti e nuovi capi più eleganti, ideali anche per stare in casa e da presentare anche per una video call oppure una riunione veloce informale. Non sono più solo a quadrettoni e stampe ironiche, bensì in tinta unita e realizzati come completi da camera in cashmire morbido – seta o lana lavorata con inserti gioiello.
Eppure il business del 2020 e 2021 come ha fatto ad arrivare sino ai giorni nostri e qual è la vera storia che in pochi conoscono?
La vera storia del pigiama
Dopo averlo indossato quasi tutto l’anno 2020 e per i primi mesi del 2021, diventando l’outfit ufficiale del Natale e Capodanno, qual è la sua vera storia?
Il termine pigiama deriva da una espressione Hindi che significa vestito per le gambe ed era un completo pantalone e tunica originario della Persia. Una volta concretizzata la sua comodità arriva in India dove rappresenta ancora adesso un abito tradizionale e storico. Gli inglesi arrivano in India nel 1870 e dopo la colonizzazione il pigiama viene adottato nel Regno Unito per ripararsi durante la notte lasciando da parte le camicione. Inizialmente solo un privilegio per gli uomini che poi è passato ai bambini vista la praticità e il calore emanato durante la notte.
Si arriva al 1910 quando lo stilista Poiret – un rivoluzionario nel campo della moda – ha proposto delle creazioni particolari anche per il popolo femminile. Non propriamente apprezzate da tutti ma di grande impatto visivo. Ma negli anni venti finalmente arrivano le flapper girls molto emancipate e trasgressive che amavano vestire questo capo di abbigliamento in camera da letto (una vera rivoluzione).
Ma è Coco Chanel a mettere l’accento su questo capo di abbigliamento, decidendo di indossare un completo simile al pigiama con camicione a righe e pantaloni larghi per essere comodi in spiaggia. Nasce il Beach Pajama che i ben pensanti hanno subito indicato come scurrile mentre le ragazze rivoluzionarie lo hanno trovato esilarante.
Una vera e propria rivoluzione se si pensa alla mentalità di quel tempo. In effetti nella stazione balneare di Jean-le-Pin ad Antibes era normale veder camminare Mademoiselle Chanel con il suo pigiama impreziosito dalle collane di perle: una moda che in poco tempo ha preso piede e ha trasformato anche il modo di pensare di tutti.
Come sempre Chanel è stata l’apripista per la moda del momento e fa sì che il suo utilizzo non si limiti solamente alla spiaggia. L’editor parigina di Harper’s Bazaar Daisy Fellowes lancia una nuova moda ricevendo ai suoi party con un pigiama in seta color blu pavone. Arriva presto anche al cinema dove una attrice per la prima volta nella storia – era il 1934 – mette l’accento su questo pigiama maschile facendolo diventare sexy e comodo per poi contagiare idoli come Greta Garbo e Joan Crowford.
Nel 1960 il pigiama ha un picco e la sua auge conquista anche la stitlista Galitzin che per la sua collezione mette in passerella pantaloni e casacche denominandole pigiama palazzo. Inutile dire che questo nuovo capo di abbigliamento conquista il jet set internazionale. Jacqueline Kennedy lo trova bellissimo e per lei diventa una vera e propria uniforme serale.