La legge di bilancio 2021, o meglio nota come manovra fiscale, contiene tante novità rispetto al passato. Tra le misure, più importanti, approvate nella manovra c’è l’introduzione dell’assegno unico ai figli. L’assegno unico andrà, da luglio 2021, a sostituire quello che finora è stato l’assegno al nucleo famigliare. Questa operazione rientra nel pacchetto family act che contiene, ad esempio, il bonus bebè confermato anche per il 2021.
Assegno unico ai figli: cos’è
È stato il ministro Roberto Gualtieri, tra settembre e ottobre del 2020, a parlare di assegno unico ai figli. Questo nuovo bonus riguarda tutti i figli, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età, e andrà a rimpiazzare tutte le detrazioni famigliari già presenti in busta paga o nel cedolino della pensione. L’assegno prevede un unico importo per dare sostentamento alle famiglie a seconda della loro condizione economica. A quanto sembra questo importo sarà composto da una parte fissa e da una variabile, che saranno entrambe correlate all’Isee. La dimensione del nucleo famigliare andrà a condizionare la parte variabile dell’assegno.
L’assegno avrà una cadenza mensile e per i ragazzi che decidono di continuare gli studi verrà versato fino ai 25 anni di età.
Nel caso di figli con gravi disabilità, tale importo sarà maggiorato e rimpiazzerà le forme di assistenza che sono già previste in questi casi.
Assegno unico ai figli: a chi spetta
Secondo i dati diffusi dall’Istat sarebbero, in Italia, circa 12,5 milioni i bambini e ragazzi, di cui oltre 10 milioni minori. Ovviamente sono loro, oltre alle famiglie in cui vivono, i destinatari di questa iniziativa approvata nella legge di bilancio.
Tutte quelle famiglie che hanno uno o più figli a carico e fino al compimento del 21esimo anno di età, potranno beneficiare di questo assegno unico per i figli. La condizione è che il figlio sia ancora presente nello stato famiglia, dunque convivente sotto lo stesso tetto dei genitori, e sia a carico di mamma o papà. La condizione necessaria per essere a carico fiscalmente è che i figli non devono percepire un reddito superiore a 4.000,00 euro fino a 24 anni di età e 2.840,51 dopo i 24 anni. Fino a 21 anni, il figlio potrà beneficiare dell’assegno unico anche se percepisce un reddito annuo fino a 4.000 euro. Se il figlio decide di proseguire gli studi, fino ai 25 anni di età, e trova un lavoretto per mantenersi e magari pagarsi una parte degli studi le cose iniziano a cambiare. Tra 21 e 24 anni il suo reddito annuo non deve superare 2.840,51 euro. In caso contrario perde l’assegno unico. Tra e due cose bisogna valutare che un giovane che riesce a inserirsi nel mondo del lavoro, già in età universitaria, inizia a mettere da parte anni di contributi oltre che a maturare esperienza su campo.
Come si richiede l’assegno unico
Per poter accedere all’assegno unico bisogna attendere il 1 luglio 2021. È necessario comunque aspettare sempre che venga ufficialmente approvata la manovra fiscale anche in Senato, anche se questa è una pura formalità per evitare l’esercizio provvisorio, e i decreti attuativi. Quest’ultimi vengono sempre diramati verso la primavera e contengono i dettagli su come fare. Essendo un’iniziativa legata all’Isee sarà sicuramente necessario compilare la DSU ed essere in possesso della certificazione Isee.
Infatti una delle poche cose chiare su questo assegno unico è che senza Isee non lo si potrà percepire. Essendo l’importo della misura erogata e calcolata in funzione del valore dell’Isee, non esserne in possesso significa non poterlo calcolare. L’Isee è un indicatore utilizzato per richiedere agevolazioni, bonus o altre facilitazioni economiche. Se ne sei già in possesso, la cosa importante è avere sempre un ISEE valido e aggiornato. L’ISEE ordinario ha valore annuale, e normalmente a inizio di ogni anno sulla base delle risultanze economiche dei due anni precedenti, sarà necessario rinnovarlo.